Michael Lewis – Il gioco dei bugiardi
Come sopravvivere a Wall Street
«Una mano, un milione di dollari, niente lacrime. Meriwether colse il significato all’istante. Il re di Wall Street, come Business Week aveva definito John Gutfreund, voleva condurre una sola mano di un gioco chiamato “Poker Bugiardo”, con un milione di dollari in palio…».
Al ventiquattrenne Michael Lewis basta un giorno alla Salomon Brothers per capire l’aria che tira. È il 1984 e la strada più famosa della finanza internazionale è al centro della nuova corsa all’oro. Stipendi favolosi, donne splendide e lusso sfrenato sono il sogno realizzato di una classe di ventenni che ha la netta sensazione di essere in cima al mondo. Ma non è solo oro quello che luccica: feroce avidità e spietata competizione sono i mostri sotto il letto del sogno del capitalismo americano.
A tratti esilarante, a volte terrificante, ma travolgete dalla prima all’ultima pagina, questo romanzo di formazione di un giovane trader ha segnato l’esordio di Michael Lewis, diventato scrittore di successo proprio dopo aver abbandonato la finanza. Il gioco dei bugiardi è il ritratto del capitalismo da giovane, il libro che prima di tutti e come nessun altro in seguito ha raccontato l’epopea di Wall Street, la strada che, come recita una vecchia battuta newyorchese, «ha un fiume all’estremo e un cimitero all’altro». E, aggiunge Lewis, «una scuola materna nel mezzo».