Alasdair Gray – 1982 Janine
«Stammi a sentire ancora un po’, Dio. È vero che volavo alto quando immaginavo queste cose, e ora eccomi qui a immaginarle ancora. Sì, mi pare di essere quasi di nuovo un tuo pari mentre passo in rassegna l’universo a partire dal mio futuro immaginario, e ovviamente tutto ciò condurrà a una nuova caduta, ma in questo stato di esaltazione intravedo un’intuizione che, se detta con le parole giuste, ti ripulirà per sempre da quei crimini stalinisti che ti si imputano da parte dei tuoi più ferventi ammiratori, e che le persone normali con un po’ di cervello non hanno mai saputo tollerare.
Dammi ancora qualche minuto di presunzione e poi fammi cadere con grazia. Con un paracadute, per favore.»
1982 Janine si svolge nel corso di una sola notte nella modesta camera d’albergo di una qualche cittadina scozzese, e interamente nella mente del protagonista Jock McLeish: è il 1982 e questo supervisore alla sicurezza divorziato, insonne e alcolizzato valuta se proseguire o meno il suo cammino terreno, cercando al contempo di inabissarsi nelle sue più familiari e sfrenate fantasie erotiche, di cui Janine è la regina incontrastata. Le fantasie subiscono tuttavia interruzioni costanti dall’alta marea dei ricordi che minaccia di riportarlo alla realtà, e da intromissioni divine che lo conducono a epifanie di struggente delicatezza e a vertici di inarrivabile umorismo, in un’opera che eccede qualsiasi genere letterario.