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Agosto 1994 — Extension du domaine de la lutte

Gira voce che nell’agosto del 1994, in Francia, per conto dell’editore Maurice Nadeau veniva dato alle stampa un romanzo dal titolo bello ed enigmatico: Extension du domaine de la lutte.
Si trattava dell’esordio narrativo di un autore, Michel Houellebecq, che fino a quel momento aveva pubblicato una raccolta di poesie, un saggio su H.P. Lovecraft e un libriccino etichettato «metodo» e intitolato Restare vivi.
Le Figaro littéraire definiva il romanzo «pieno di odio, rabbia e derisione».
Il critico letterario Michel Polac, «una “cosa” terribile, un ago che può trafiggere il cervello, […] la perfetta creazione di uno scrittore implacabile».
La scrittrice Josyane Savigneau, «un romanzo di formazione alla rovescia, che si trasforma in un trattato di lucida disperazione».
La quarta di copertina del libro recitava: «Un romanzo di apprendistato: l’apprendistato del disgusto».


Copertina dell’edizione originale del libro, con il finito di stampare datato agosto 1994.

Qualche anno dopo, diciamo quindici (?), mi trovo a casa del mio amico Marco per vedere insieme una partita dell’Inter quando a un certo punto lui mi fa: «Hai mai letto Houellebecq? No? Secondo me dovresti farlo, ti piacerebbe…». Decido di ascoltare il suo consiglio e quando, un paio di mesi dopo, torno a trovarlo (sempre per vedere l’Inter), gli dico: «Ti ascoltato, ho letto Houellebecq».
«Estensione?» mi fa lui.
«No, tutto. Tutto quello che hanno pubblicato».
Perché in effetti, dopo la lettura di Estensione Houellebecq è diventato, tra gli autori contemporanei, non dico il mio preferito, ma di certo quello che mi ha parlato di più, che più ho sentito vicino, che più strumenti mi ha dato per decodificare il mondo.
Anche se non sono del tutto sicuro che sia stato un bene.


Hai avuto una vita. Ci sono stati momenti in cui avevi una vita. Certo, non te ne ricordi più benissimo; ma ad attestarlo restano varie fotografie. Questo succedeva, probabilmente, all’epoca della tua adolescenza, o poco più tardi. Quant’era grande, allora, la tua smania di vivere! L’esistenza ti sembrava ricca di possibilità inedite. Ti vedevi potenziale cantante di musica leggera, ti vedevi in viaggio per il Venezuela.
Ancor più sorprendente, hai avuto un’infanzia. Allora: osserva un bambino di sette anni che gioca coi soldatini sul tappeto del salotto. Ti chiedo di osservarlo attentamente. Dopo il divorzio dei genitori, quel bambino non ha più padre. vede pochissimo la madre, che occupa una posizione importante in un’azienda di cosmetici. Eppure si balocca coi soldatini, e l’interesse che mostra per queste rappresentazioni del mondo e della guerra sembra molto intenso. Questo bambino, non c’è alcun dubbio, già soffre un po’ di mancanza di affetto; e tuttavia: quanto sembra interessargli il mondo!

Voi pure, vi siete interessati al mondo. Parlo di tanto tempo fa; però vi prego di provare a ricordare. Il dominio della norma non vi era più sufficiente; non potevate più viverci, nel dominio della norma; e così vi trovaste a dover entrare nel dominio della lotta. Vi chiedo di riandare a quel momento preciso. Risale a molto tempo fa, vero? Rammentate: l’acqua era fredda.
Ecco, siete lontani dalla riva, oh sì! come siete lontani dalla riva! A lungo vi siete illusi dell’esistenza di un’altra riva; sbagliando, com’è ormai evidente. Tuttavia, continuate a nuotare, e ogni movimento che fate vi avvicina al collasso. Tossite, i vostri polmoni bruciano. L’acqua vi sembra più fredda, e soprattutto sempre più amara. Non siete più tanto giovani. E adesso state per morire. Non è niente. Ci sono qua io. Non vi lascerò cadere. Continuate a leggere.
Ricordatevi, ancora una volta, del vostro ingresso nel dominio della lotta.


M. Houellebecq, Estensione del dominio della lotta, trad. it. Sergio Claudio Perroni, Bompiani, 2007, pp. 15-16

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