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Schlemiel e coccodrilli

«Probabilmente è il migliore ascoltatore che conosca» diceva Mia Farrow di Roth, che una volta le chiese perché mentre chiacchieravano continuava a guardare fuori dalla finestra. Lungi dal mostrarsi incredulo o dubbioso quando lei gli confessò che temeva che Woody Allen l’avrebbe fatta ammazzare, non le fece mai venire meno il suo sostegno morale, sia perché le voleva bene e confidava fermamente nella sua rettitudine, sia perché era sempre stato convinto che Allen fosse un pessimo artista e un pessimo essere umano. «Interpreta il personaggio dello schlemiel, un travestimento per lui fruttuoso, in tutti i sensi» diceva. «Ma dentro quello schlemiel abita un coccodrillo».


Blake Bailey, Philip Roth. La biografia, trad. it. di Norman Gobetti, Einaudi, pp. 930-931


Nella foto in alto: Philip Roth con Mia Farrow al West Street Grill di Litchfield, il ristorante preferito dello scrittore nel Connecticut (© Mia Farrow).

Ernst Ludwig Kirchner, Schlemihl nella desolata solitudine della sua stanza

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