31 luglio 2012 — Gore e Giuliano
Oggi, ma dieci anni fa, ci lasciava Gore Vidal.
E in questi giorni così caldi o oscuri, mentre rileggo il suo Giuliano, queste parole di Prisco mi sembrano le più adatte a ricordarlo:
Giuliano parla continuamente del suo amore per l’ellenismo. Era davvero convinto di amare Platone e il discorso logico. In realtà, ambiva solo a raggiungere quello a cui aspirano in molti, in questi tempi di decadenza: l’immortalità personale. Scelse di rifiutare la soluzione cristiana per motivi che, personalmente, trovo oscuri, ricorrendo a una soluzione altrettanto assurda. Naturalmente sono solidale con lui. Ha assestato ai cristiani qualche duro colpo, e ciò mi ha dato immenso piacere. Ma non riesco a capire questo suo timore della morte. Perché dovrebbe essere così importante continuare a vivere, dopo la morte? Noi non mettiamo mai in discussione il fatto, dimostrabilissimo, che prima della nascita non esistevamo, quindi perché dovremmo aver paura di tornare all’inizio? Non ho alcuna fretta di andarmene, ma considero il nulla esattamente per quello che è: non-essere. E come si può avere paura di quello che non è?