20 dicembre 2006 — Piergiorgio Welby
Oggi, ma quindici anni fa, moriva Piergiorgio Welby, poeta, pittore, attivista radicale e uomo libero.
Ho da poco riletto Ocean terminal, il suo romanzo autobiografico pubblicato da Castelvecchi nel 2009, da cui ho tratto uno dei disegni a china di Welby e qualche sua parola.
Resisto quel che posso, ma di notte, tra le pareti della
stanza, si chiudono famelici fiori carnivori e il respiro
fatica a trovare il ritmo giusto… ’fanculo c’ho l’affanno
peggio di un asmatico! Provo ad andare in apnea pochi
secondi e il pulsare del cuore mi riempie la testa, invade
la stanza, il palazzo, fa vibrare i vetri, sconquassa la
città, è come l’onda del Big Bang! se non prendo aria
questo conato raggiungerà i confini dell’universo, sbatterà
sui piedi di dio e tornerà indietro. Una inspirazione
come un buco nero! Inghiotto tutto: aria, universo, dio,
ma non è ossigeno quello che mi riempie i polmoni,
è paura.