Bettina Stangneth – La verità del male

Eichmann prima di Gerusalemme

«La tesi della “banalità del male” è stata già criticata in passato,
ma la Stangneth ne fa piazza pulita.»
Deborah E. Lipstadt

 

Accolto con clamore in tutto il mondo, e cinquant’anni dopo La banalità del male, questo libro capovolge l’immagine di Eichmann e del nazismo data da Hannah Arendt. Il gerarca nazista Adolf Eichmann, dopo la fine della seconda guerra mondiale, fuggì in Argentina e lì visse nascosto finché non venne catturato dai servizi segreti israeliani e portato a Gerusalemme per il celebre processo.
Bettina Stangneth, filosofa tedesca esperta di inganno e manipolazione, ne ha seguito le tracce lasciate durante la sua latitanza, risalendo ai suoi nascondigli, portando alla luce documenti segreti e dettagli inediti e svelando così le abili macchinazioni di uno dei principali architetti della Shoah, che egli riteneva “il suo capolavoro”.
Stangneth dimostra che l’immagine di grigio burocrate, inetto e poco intelligente, della quale si convinse Hannah Arendt, che così lo raccontò a milioni di lettori, fu in realtà studiata a tavolino dallo stesso Eichmann, abile manipolatore sociale che sperava in questo modo di aver salva la vita. Non ci riuscì, ma riuscì – fino a oggi – a perpetrare un inganno ancora più terribile: farci credere che il diavolo non esiste.