12 febbraio 1970 — Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto
Cinquant’anni fa usciva nelle sale italiane Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, settimo lungometraggio di Elio Petri, prossimo vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria alla 23ª edizione del Festival di Cannes e dell’Oscar come Miglior film straniero.
Nel 2005, alla 62ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, è stato presentato Elio Petri, appunti su un autore, il documentario di Federico Bacci, Nicola Guarneri e Stefano Leone dedicato alla vita e all’opera di Petri.
La parte relativa a Indagine è particolarmente bella e raggruppa una serie di testimonianze di coloro che resero possibile la realizzazione della pellicola: dallo sceneggiatore Ugo Pirro a Marina Cicogna (che coprodusse il film insieme a Daniele Senatore); da Florinda Bolkan (che interpreta Augusta Terzi, l’amante di Gian Maria Volonté, il “Dottore”) a Marco Risi.
Ugo Pirro: “Siccome si era sparsa la voce che questo film sarebbe stato sequestrato, davanti ai cinema c’erano le file, le file! A Roma, all’Ariston, per la prima volta ci fu uno spettacolo che cominciava a mezzanotte e mezza, perché la gente stava lì fuori e non andava via. […] Ad un certo momento telefonò Elio e mi disse: ‘Guarda, ho finito il missaggio, venite a vedere il film’. C’era Zavattini, c’era Monicelli, mi pare ci fosse Scola… quando si accesero le luci, a parte altre considerazioni, tutti dissero: ‘Andrete in galera”. E ci consigliarono di andare via da Roma”.
“La rivoluzione è come la sifilide, ce l’hanno nel sangue.”
Marco Risi: “Era un film che non ci aspettavamo in quel momento. All’epoca avevo 18, 19 anni e arrivò come una furia, come un ciclone che travolge tutto. […] Sembrava tutto nuovo, modernissimo, fortissimo, con un’idea travolgente. E lì io mi dissi, ma cavolo, allora si possono fare dei film così”.
“Stavolta come mi ammazzerai?”
“Ti taglierò la gola.”
Florinda Bolkan: “Petri era un pazzo perché fare un film del genere a quell’epoca era molto coraggioso, molto controcorrente. La bellezza del film è che è stato fatto in totale libertà, e così è venuto come doveva venire. […] Forse quello che mi ha permesso di fare questo ruolo è che non ero preparata a nulla. Io ho letto e nella lettura era lineare. Io avrei potuto avere un vestito banale, al pari di lui (Gian Maria Volonté). Solo che quando sono arrivata e ho visto quel décor liberty — le lenzuola erano nere, lei era praticamente nuda sotto il vestito — mi è sembrato surreale e allora mi sono messa nelle mani di Elio. Lui aveva le sue idee precise, ma ti lasciava fare le tue cose, e dopo veniva e aggiustando ti metteva tante volte in una situazione quasi ridicola, come per esempio quando io sono menata. Io non sapevo… io non sapevo che sarei stata menata. Mi ha preso di sorpresa. […] Oppure quando eravamo sul mare, e io metto la sabbia in bocca a Volonté, quella era una sorpresa, perché Elio è venuto da me e mi ha detto ‘mettigli un po’ di sabbia in bocca’. E io ‘ma per carità, quello mi mena’”.
“Panunzio! Panuuunzio! Ma dov’è il dottor Panunzio!”
Una nota a parte merita infine il commovente ricordo di Ennio Morricone, autore dell’indimenticabile colonna sonora del film.