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12 agosto 1984 — Le mille luci di New York


Oggi, ma quarant’anni fa, usciva negli Stati Uniti il romanzo d’esordio di Jay McInerney Bright Lights, Big City (Vintage Books).
Uno di quei libri che mi ha dato «un pugno sul cranio», come il ventenne Kafka (di cui sto leggendo la mirabile biografia di Reiner Stach) scriveva all’amico Oskar Pollak. Tuttavia, agendo sulla mia carriera di lettore esattamente al contrario di «una disgrazia che fa molto male».
Lo scorso marzo, ho portato la mia copia delle Mille luci di New York fin sulle rive dell’Hudson, tra i moli 57 e 62, nel punto esatto (più o meno) in cui il protagonista , da poco abbandonato dalla fidanzata e dopo una serata in compagnia di troppi soldatini boliviani, si siede a guardare il fiume, «incasinato di brutto e senza un posto dove andare».
E lì ho scattato una foto tutta storta con cui oggi mi piace festeggiare l’anniversario di un libro che domani mi piacerebbe rileggere per la prima volta.



Jay McInerney, Le mille luci di New York, trad. it. di Marisa Caramella, Bompiani, Milano 1986, p. 14.

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